Sky, Poels pronto per un ruolo da capitano? “Non posso aspettare a lungo, forse alla Vuelta”
Motivazioni ritrovate per Wout Poels. Il 2017 è stato un anno complicato per il corridore neerlandese, che ha vissuto una ennesima stagione rallentata dagli infortuni. Un problema al ginocchio lo ha infatti tenuto lontano dalle corse per cinque mesi, costringendolo a saltare alcuni degli appuntamenti più importanti per lui: la Liegi – Bastogne – Liegi, della quale era campione uscente, e il Tour de France, nel quale sperava di poter aiutare Chris Froome per la terza volta.
Le cose sono andate invece diversamente, tuttavia le avversità si sono trasformate in opportunità e il corridore della Sky le ha sapute sfruttare. Costretto a rinunciare alla Grande Boucle, si è concentrato unicamente sulla Vuelta a España, nella quale è stato l’ultimo uomo di Chris Froome, riuscendo così a concludere la prova in una ottima sesta posizione. Il suo miglior risultato di sempre in un grande giro. “Sono davvero contento di questo risultato – commenta – Ringrazio la squadra per avermi dato la possibilità di correre come luogotenente. Ho potuto fare il mio lavoro per Froomey, ma anche la mia corsa. Trovare il giusto equilibrio non è facile, Chris era ovviamente la priorità, ma è stato belle riuscire a combinare le cose”.
Pensare che la sua Vuelta non era iniziata benissimo, lasciando intravedere forse ancora una condizione precaria. Ma in realtà Poels ha ormai capito come il suo corpo reagisce nell’arco delle tre settimane. “Nella cronosquadre mi sentivo davvero bene, ma poi nella tappa di Andorra molto meno. Non stavo proprio male nella prima settimana, altrimenti non sarei potuto arrivare sesto, ma continuavo a dirmi che tendo a migliorare e la mia fiducia è sempre stata alta. È sempre stato così per me, anche nei due Tour precedenti è sempre andata così”.
Tuttavia, va bene finché sei gregario, ma se un giorno vuoi fare il leader non puoi permetterti neanche una giornata di tranquillità. L’ex Vacansoleil lo sa bene: “Preferirei essere nella stessa forma dalla prima settimana alla terza – aggiunge – In questo momento così è perfetto, visto che normalmente ci sono altri corridori che possono svolgere il mio compito e ci scambiamo, ma se un giorno voglio puntare a fare classifica non posso avere neanche un giorno di stacco“.
Considerando la sua prestazione questa estate, sembra normale che questo passaggio – da luogotenente a capitano – possa essere nel suo futuro. Se ne discute da qualche stagione, considerando i suoi ottimi risultati in salita, dimostrandosi in più di un’occasione l’uomo chiave per il suo capitano, colui che riesce a far male ai suoi avversari, decimando il gruppo prima dell’attacco finale. “Ho ormai 30 anni, quindi dovrà succedere abbastanza presto – ammette – Non posso più aspettare a lungo, ormai mi restano solo pochi anni“.
Certo, la presenza di Chris Froome in squadra in questo senso è decisamente ingombrante, visto che dalle decisioni del Keniano Bianco può dipendere il calendario dei suoi compagni, tra i quali non c’è più Mikel Landa, ma resta ancora l’erede designato (sin dai tempi di Bradley Wiggins) Geraint Thomas. Con il gallese interessato al Giro d’Italia, Froome alla cinquina in Francia, a Poels resterebbe dunque di nuovo l’avventura spagnola. “Forse alla Vuelta, vedremo – conclude – Anche se puntare su due cavalli non sempre paga”. Considerando che le dichiarazioni arrivano da un comunicato stampa della squadra, sembra comunque abbastanza chiaro che l’intenzione c’è…
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